Storia

La Sezione di Tiro a Segno Nazionale di L’Aquila è l’associazione sportiva più antica della città, con i suoi 127 anni di ininterrotta affiliazione al Tiro a Segno Nazionale, oggi Unione Italiana di Tiro a Segno (UITS). La sua attività viene infatti ufficializzata nel capoluogo il 13 luglio 1888, con la costituzione della Società di Tiro a Segno Nazionale, tuttavia la pratica del tiro era già presente nella città, come risulta dagli atti dell’Unione Italiana Tiro a Segno dove compare l’esistenza di una società aquilana già dal 13 luglio 1884.

stemma1884

Questa apparente difformità potrebbe dipendere dal fatto che nel 1882 la Legge n° 883 istituiva il Tiro a Segno Nazione e dava facoltà alle preesistenti società di cambiare la denominazione in Società di Tiro a Segno Nazionale e di confluire nella nuova organizzazione, accedendo inoltre ai contributi previsti dalla legge. Non è noto tuttavia se ad Aquila degli Abruzzi convivessero, tra il 1882 e il 1888, due differenti associazioni, con denominazione pressoché identica, che si differenziavano solamente per adesione o meno al Tiro a Segno Nazionale. Di conseguenza, in mancanza di una più attendibile documentazione, il 13 luglio 1888 indica la data di nascita dell’attuale sodalizio. Nel 1934 inoltre le Società di Tiro a Segno Nazionale cambiano denominazione, per disposizioni di legge, in Sezioni di Tiro a Segno Nazionale.

La Sezione ha avuto nel corso della sua vita due localizzazioni: la prima presso il poligono demaniale intitolato ad Andrea Bafile, o più comunemente detto di San Giuliano, dal nome della località dove si trovava, e l’altra presso il poligono comunale, a fianco dello stadio sportivo. Queste strutture si differenziavano per la loro destinazione d’uso: il poligono di San Giuliano infatti era nato per il tiro a 300 metri con arma lunga e di grosso calibro, mentre quello comunale era stato costruito specificatamente per il tiro con armi di piccolo calibro (il 22 long rifle) e con linee di tiro a 50 metri per le carabine e a 25 per le pistole.

storiaLa struttura completa del poligono era ed è costituita da un vasto sito che, partendo dalla fine dall’attuale via Sila Persichelli, giunge fin sotto la montagna della Crocetta di S. Giuliano, sviluppandosi per oltre 300 metri. L’imponente edificio sociale, edificato tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo, misura circa 400 metri quadrati e si eleva su due piani. Al piano terra vi erano dei locali di deposito e servizi, mentre l’alloggio di servizio originario era stato recentemente oggetto di una profonda ristrutturazione e ampliamento per ospitare gli uffici della Sezione. Il primo piano, oltre ad ospitare altri ambienti necessari alle esigenze sezionali, presentava una pedana con otto linee per il tiro a 300 metri.

storia2Il Bafile è sempre stato un poligono in funzione: come tutti gli impianti a 300 metri veniva utilizzato dai reparti militari e dalle forze di polizia per le loro esigenze addestrative con le armi portatili, mentre la Sezione svolgeva la propria attività nei periodi lasciati a libera disposizione dagli enti militari. L’ultima gara a 300 metri organizzata dalla Sezione di L’Aquila risale al 1975 ed è stata anche l’ultima gara federale interregionale (per regioni, a quel tempo, si intendevano quelle militari) che coinvolse la Regione Militare Centrale e quella Meridionale. La specialità di gara fu Fucile d’Ordinanza, tre posizioni, 60 colpi (si tirò con il Garand camerato in calibro 7,62 Nato) e vide la partecipazione di molti atleti della rappresentativa nazionale UITS e delle Forze Armate. La Sezione di L’Aquila venne rappresentata, in questa difficile e settoriale specialità, da diversi atleti, tra i quali si ricordano Mauro Del Papa, Ugo Postiglione e Riccardo Mariani.

Il progressivo abbandono del tiro a 300 metri con l’arma lunga di grosso calibro e la diffusione del tiro con armi di piccolo calibro comportarono la necessità di nuovi impianti di tiro. Per questo negli anni ’50 il Comune di L’Aquila, su progetto dell’avvocato Luigi Ludovici e con la direzione lavori del geometra Carlei, tecnico comunale preposto agli impianti sportivi, ha realizzato il nuovo poligono comunale che si articolava su due settori scoperti, rispettivamente a 25 e a 50 metri, dotati di due ambienti coperti di cui uno adibito ad armeria e l’altro ad ufficio. Tale struttura, ricompresa e ricompressa all’interno del complesso polisportivo comunale, era ubicata nello spazio posto tra la curva del velodromo che circonda lo Stadio Fattori, la porta di Maratona, la tribuna dei distinti e il muro di cinta, nel tratto adiacente la sede della Croce Rossa Italiana. La peculiarità del poligono consisteva in una particolarissima disposizione delle linee a 50 metri: a differenza di tutte le altre strutture realizzate in Italia, esso era a forma di “X”: le linee di tiro non erano parallele tra loro bensì si incrociavano nel punto risultante dal centro di due archi di cerchio, dove in uno erano posizionate le piazzole di tiro e nell’altro la stazione dei bersagli.

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Lo stand a 50 metri, dotato di 8 linee di tiro per i diversi tipi di carabina e la sola pistola libera, consentiva il tiro con armi in calibro 22 LR contro bersagli di carta mentre lo stand a 25 metri, dotato di 5 linee per il tiro rapido olimpionico, detto anche di pistola automatica, consentiva il tiro con armi corte sia di piccoli che di grossi calibri, purché le cartucce di questi ultimi fossero costituite da una carica ridotta e da una palla di particolare forma e materia. Entrambi gli impianti erano del tipo a cielo aperto: la loro struttura non aveva copertura continua ma presentava delle opere di protezione imperforabili ai proiettili opportunamente predisposte che, oltre a impedire la fuoriuscita accidentale dei colpi, permettevano anche l’illuminazione naturale dell’impianto e dei bersagli.

L’impianto comunale venne ulteriormente ampliato, nel corso della presidenza del Cav. Eugenio Amadei, con l’inserimento di un settore scoperto a 10 metri che in seguito, sotto la presidenza di Livio Aniceti, si provvide a ricoprire, riscaldare ed illuminare. È da evidenziare che la copertura era stata realizzata in policarbonato, materiale sintetico che unisce le caratteristiche della trasparenza del vetro alla resistenza e all’infrangibilità dei prodotti plastici, per consentire sia lo svolgimento di gare ad aria compressa regolamentari (richiedono stand di tiro coperti, chiusi e illuminazione uniforme) che per permettere ai tiratori di potersi allenare adeguatamente, nel periodo invernale, nelle specialità a cielo aperto (pistola e carabina) sfruttando l’illuminazione naturale.

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Il Tiro a Segno Nazionale rivive a L’Aquila nel dopoguerra, grazie alla passione ed alla competenza dell’avvocato Luigi Ludovici, maestro tiratore e preolimpionico nella specialità di Pistola Automatica. Fino agli anni ’60 l’attività del tiro a segno si limitava alle gare sezionali di tiratori della vecchia guardia, quali Edmondo Liberi, Nicola Tomassi, Manfredo Angelucci, Carlo Iannini, Claudio Botta, Vincenzo Frasca, Luigi Ludovici, Fernando Zecca, Paolo Botta, Germano Barattelli, Edmondo Lintozzi, Giovanni Bravi, Giorgio Sabini, Domenico Cococcia, Enrico Galeota. In seguito, si assiste all’ingresso di nuovi giovani, come Valente Frasca, Alfonso Bravi, Rodolfo Ludovici, Marcello Caldarelli. Nei primi anni ’70 la Sezione stava attraversando un momento di assoluta crisi dovuta al lungo periodo di conduzione di Ludovici-Sette e l’impegno profuso da Giorgio Sabini, Leo Medici, Marcello Caldarelli e Sante Panella non fu sufficiente per rilanciare una sezione basata su soci anziani. Il rilancio del movimento del Tiro a Segno si ebbe quando Eugenio Amadei, quale Commissario, riuscì a coinvolgere i nuovi soci nella conduzione della Sezione e successivamente a formare un Consiglio Direttivo con essi. Il segno di discontinuità fu dato con la partecipazione attiva alla vita della Federazione.

Nello stesso periodo la UITS indice il Campionato Nazionale delle Sezioni, il CNS. La Sezione di L’Aquila inizia la sua partecipazione al Campionato nel 1973 con un gruppo di appassionati, tutti giovanissimi, che cominciano a conseguire risultati agonistici di rilievo in ambito interregionale (Lazio, Abruzzo, Sardegna, Umbria) e nazionale, sia a livello individuale che a squadre. La partecipazione al CNS è elemento di distinzione tra le Sezioni: poco più della metà delle trecento operanti sul territorio nazionale riesce, ogni anno, a qualificarsi e ad entrare nella graduatoria nazionale. La Sezione aquilana inizia, come anticipato, la sua partecipazione nel 1973 e da allora non è mai rimasta fuori dalla classifica.

Inoltre dal 1990 il programma sportivo federale prevede gare a livello regionale e la Sezione aquilana ha sempre annoverato campioni regionali sia individuali che a squadre in tutte le categorie. In particolare, alcuni di questi campioni hanno realizzato delle prestazioni di tale livello da essere ammessi al Campionato Nazionale che, in genere, è limitato a soli 20 atleti per alcune specialità (e per altre ancora di meno!).

bafile2009Negli anni 2000, a seguito della riconsegna dell’impianto dello Stadio Comunale all’amministrazione civica la Sezione si ritrasferì completamente presso il poligono di S. Giuliano dove, grazie al significativo contributo del Comune, iniziò la realizzazione di un impianto per il tiro con la pistola e ristrutturò parzialmente l’edificio sociale che, purtroppo, fu danneggiato in seguito dal violento sisma del 2009.

Attualmente la Sezione di Tiro a Segno di L’Aquila svolge attività sportiva, istituzionale e ludica. Quella istituzionale è finalizzata all’istruzione del personale civile che presta servizio armato, secondo un protocollo stabilito dall’UITS di concerto con il Ministero degli Interni: l’attività è demandata dalla Sezione per Legge e viene svolta con l’impiego di soci che, dopo aver frequentato e superato specifici corsi di formazione, hanno conseguito particolari licenze rilasciate attualmente dal Sindaco, precedentemente dal Prefetto. Molto più ampia e articolata è l’attività sportiva, poiché sono circa 40 anni che la Sezione di L’Aquila partecipa al CNS, diventando punto di riferimento regionale per l’organizzazione delle gare federali e per la qualità e l’importanza che il Trofeo Città di L’Aquila riveste. Di minor importanza ma altrettanto presente è infine l’attività ludica, praticata da tutti coloro che, pur non rientrando nelle due categorie precedentemente dette, intendano comunque tirare al bersaglio con armi proprie o in noleggio.

Il lavoro svolto dalla Sezione è stato apprezzato e riconosciuto dall’UITS nel 1976 con diploma di Benemerenza e Medaglia di bronzo e dal CONI, e nel 2000, con la Stella d’oro al merito sportivo. L’Unione inoltre ha conferito il diploma di Benemerenza e Medaglia d’oro ai seguenti soci: Livio Aniceti, per l’attività di Presidente di sezione; Dante Vecchioni, per l’attività di Delegato Regionale; Riccardo Mariani, per l’attività di Consigliere Nazionale. Inoltre, a Riccardo Mariani, per la sua attività di delegato regionale, su proposta dell’Unione condivisa dal Ministero della Difesa, è stata concessa la distinzione onorifica di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Anche il CONI Provinciale e il Panathlon Club di L’Aquila hanno evidenziato più volte nel tempo la qualità dei risultati agonistici e dirigenziali conseguiti con l’assegnazione di riconoscimenti a dirigenti, tecnici ed atleti della Sezione. Inoltre il medesimo Panathlon Club di L’Aquila ha ammesso tra i suoi iscritti Riccardo Mariani, Dante Vecchioni, Alfonso Bravi, Giuliano Lazzari, Agostino Vecchioli e Andrea Scordella.